Botulino: pochi trattamenti per le donne italiane
Le donne italiane non vanno pazze per il botulino. Rispetto alla media europea, in Italia i trattamenti a base di botulino non fanno registrare grandi numeri. Basti pensare che siamo al di sotto dei 100mila trattamenti l’anno, a fronte di una Gran Bretagna con un numero nettamente superiore e degli Usa, in cui i trattamenti sono circa cinque milioni ogni anno. Insomma le donne italiane non amano le ‘facce da botox’ che riducono la molteplicità espressiva ad un modello unico. “La bellezza sta nell’equilibrio” dice sottosegretario alla Salute Francesca Martini. I dati emergono dal convegno che si è tenuto il 22 giugno a Roma, “Le donne e l’estetica: un dibattito sul botulino”, organizzato da O.N.Da (Osservatorio Nazionale sulla salute della donna) e a cui ha partecipato anche Francesca Martini. Il convegno è stato pensato in relazione ai livelli di informazione delle donne sul botulino, partendo dalla consapevolezza che gli argomenti di chirurgia estetica vengono sempre più trattati dai media e che spesso vengono diffuse delle informazioni distorte o errate. E’ invece necessario che le donne siano adeguatamente informate sugli interventi che vogliono realizzare per migliorare il proprio aspetto fisico. Il botulino, usato soprattutto per spianare le rughe della fronte, è un farmaco che ha alle spalle molti anni di esperienza clinica ed ha ampi margini di sicurezza.
L’importante è che venga somministrato esclusivamente da chirurghi plastici e da medici opportunamente addestrati. Se iniettato male può dare, infatti, dei problemi. Negli ultimi quattro anni in Italia sono stati registrati solo quattro eventi avversi da tossina botulinica, di cui due gravi e due non gravi.
C’è da aggiungere che le ‘facce da botox’ non vengono fuori da una semplice iniezione di tossina botulinica, ma sono il risultato di più interventi diversi, magari effettuati con il consenso di medici guidati più da ragioni economiche che estetiche. Proprio per questo si è discusso molto anche sul percorso formativo dei medici ed è in corso una riflessione sull’offerta formativa oggi disponibile.