Voglia di una bellezza diversa, più in linea con i canoni occidentali. A richiederla sono soprattutto le donne asiatiche, ma anche quelle africane ed afroamericane. I ritocchi più richiesti? Occhi e naso, ma anche labbra e seno. Nell’ era della global beauty cresce la chirurgia estetica che fa la differenza.

In tempi di globalizzazione, anche la bellezza cerca di uniformarsi tant’è che aumenta sempre più il numero delle donne (ma anche degli uomini) dai tratti somatici asiatici e negroidi che si sottopongono ad un intervento di chirurgia estetica per “occidentalizzare” i tratti somatici tipicamente caratteristici dell’etnia di appartenenza. Un fenomeno iniziato in sordina, ma che negli ultimi anni è diventato una e vera e propria tendenza. Non solo oltreconfine, ma anche qui in Italia, considerato il flusso migratorio dell’ultimo decennio.

L’OCCHIO ASIATICO

Nel caratteristico occhio a mandorla, la pelle compresa tra il sopracciglio e le ciglia forma come un piano quasi verticale, privo di curvatura e, di conseguenza, di palpebra. L’occhio appare così più piccolo, con un’aria triste ed abbattuta. Per mettere maggiormente in risalto il proprio sguardo, molti asiatici ricorrono alla blefaroplastica. “Non si tratta solamente di un vezzo – fa presente il dottor Carlo Alberto Pallaoro, specialista in Chirurgia Plastica a Padova – L’intervento serve in questo caso ad allegerire la palpebra e ad ingrandire l’occhio, aumentando di conseguenza anche il campo visivo, con benefici quindi non solo estetici, ma anche “funzionali”.

LE GIAPPONESI IN TESTA

A ricorrere maggiormente all’ethnic cosmetic surgery sono le donne giapponesi desiderose di barattare i propri occhi a mandorla con un bel paio di occhi di foggia occidentale. In Giappone infatti la chirurgia estetica degli occhi viene ampiamente applicata per soddisfare l’elevata richiesta di “occidentalizzazione” degli occhi a mandorla.

BENVENUTI NELL’ERA DELLA BELLEZZA GLOBALE!

Anche la bellezza è entrata nell’era globale. I canoni estetici si sono più o meno ovunque uniformati al modello occidentale, da sempre predominante nella scena del beauty e del fashion. Dopo aver adottato look, colore ed acconciatura dei capelli, cosmetici e profumi delle donne americane ed europee, stile di vita compreso, le donne orientali si concentrano ora su come assomigliare anche fisicamente ai loro modelli (in questo caso modelle) ideali. E per raggiungere tale obiettivo sono disposte proprio a tutto, chirurgia estetica compresa.

LA CANTOPLASTICA

L’intervento di blefaroplastica che corregge le palpebre con piega antimongolica (ovvero con la rima palpebrale obliqua verso il basso e verso l’esterno con la parte esterna più bassa) viene chiamato cantoplastica. L’intervento, che richiede soli pochi minuti, viene realizzato in anestesia locale accompagnata da sedazione avvalendosi del laser CO2 pulsato. La tecnica prevede una piccola incisione a Y inclinata nei margini palpebrali esterni ed il risollevamento del canto esterno (da qui il termine cantoplastica) nella sede ideale. “Negli ultimi anni – commenta il dottor Carlo Alberto Pallaoro – la tecnica è stata notevolmente perfezionata, in modo da ottenere un risultato più duraturo rispetto a quello offerto dalla metodica tradizionale. In pratica, si coinvolge oggi non solo l’epidermide, ma anche il muscolo palpebrale elevatore, che viene ancorato al tarso (lo strato fibroso della palpebra).” La cantoplastica termina con l’applicazione di alcuni punti di sutura, che verranno coperti con un cerottino chirurgico e rimossi a distanza di 4 giorni. Per le prime settimane, la zona perioculare apparirà leggermente gonfia ed arrossata, ma sarà sufficiente pazientare un po’ per ritrovare occhi più grandi e magnetici senza cicatrici visibili che – grazie alla precisione del raggio laser – risulteranno in corrispondenza con la riga naturale dell’occhio.

PER CHI DESIDERA GLI OCCHI A MANDORLA

Molti occidentali sono affascinati dagli occhi a mandorla al punto da volerli sfoggiare loro stessi. La cantoplastica viene in aiuto anche a queste persone modificando – sempre con il laser CO2 pulsato – il diametro e la forma dell’occhio, restringendolo ed allungandolo. Un leggero ritocco di questo tipo contribuisce a rendere lo sguardo più misterioso, arricchendolo di un fascino tutto orientale.

IL NASO NEGROIDE

L’intervento di chirurgia estetica più richiesto dai soggetti di origine africana riguarda il rimodellamento del naso dalla conformazione tipicamente negroide (schiacciato). La rinoplastica viene realizzata in anestesia locale accompagnata da sedazione. Il rimodellamento viene accuratamente programmato in modo da ottenere un risultato in armonia con il resto dei parametri facciali e da rispettare le proporzioni dei tre piani che compongono il viso. La rinoplastica può concentrarsi sulla punta (carnosa), sulle narici (larghe) o su entrambi gli elementi. “Se la punta del naso è troppo tondeggiante e voluminosa – spiega il dottor Carlo Alberto Pallaoro – si interviene rimodellando le cartilagini alari ed asportando il sottocutaneo con una particolare pinza, facendo attenzione a non esercitare piccole trazioni che potrebbero generare inestetici infossamenti. Nel caso invece di ipertrofia alare (narici larghe), si interviene asportando un cuneo cartilagineo-cutaneo dalla base alare.” Per entrambi gli interventi (realizzati dall’interno delle narici e pertanto senza lasciare cicatrici visibili), la medicazione prevede l’applicazione di una mascherina contenitiva, che verrà rimossa a distanza di sette giorni. Una volta liberato il naso dalla sua particolare “ingessatura”, è normale notare per le prime settimane un leggero edema (gonfiore) ed alcune ecchimosi. Per accelerare il processo di guarigione, sarà sufficiente qualche seduta di linfodrenaggio manuale ed un po’ di autodigitopressione.

GRANDI RITOCCHI ANCHE SU LABBRA E SENO

In percentuale minore, l’Ethnic Cosmetic Surgery viene applicata per correggere anche altre parti anatomiche la cui forma e dimensione è prevalentemente dettata dal codice genetico. E’ il caso, ad esempio, delle labbra. Se sono troppo sottili, come nel caso delle persone nordiche, si può provvedere a “riempirle” con infiltrazioni di materiale biocompatibile; se al contrario risultano troppo carnose (come nel caso delle labbra negroidi), si può intervenire con la cheiloplastica, eliminando l’eccesso di mucosa attraverso un’incisione endo-orale praticata con il laser CO2 pulsato. Altro punto “svantaggiato” dall’etnia di appartenenza è il seno, piccolo o quasi inesistente nelle donne asiatiche, ma anche nelle nordiche e nelle brasiliane. Oltre 20mila di queste ultime, ad esempio, ricorrono ogni anno all’inserimento di protesi mammarie.