In chirurgia estetica sono disponibili protesi utilizzate per aumentare lo spessore, definire una sporgenza, riequilibrare le proporzioni, restituire la giusta armonia all’insieme dei parametri facciali.
Un mento sfuggente, un’arcata sopraccigliare poco pronunciata, una mandibola che sembra essere “tranciata” di netto. Piccoli dettagli che possono dare al viso un generale aspetto di irregolarità e compromettere l’armonia fisionomica. Per ammorbidire i profili del viso, si può ricorrere all’inserimento di un impianto attraverso un semplice intervento di malaroplastica, realizzato in anestesia locale accompagnata da sedazione.
DOVE SI PUO’ POSIZIONARE
- Nell’arcata sopraccigliare
- Negli zigomi
- Nel mento
- Nella mandibola
SI DICE MALAROPLASTICA
L’intervento che va ad aumentare gli zigomi attraverso l’introduzione di una protesi malare viene definito con il termine di malaroplastica. La forma e la dimensione dell’impianto ovviamente non sono standardizzate, ma stabilite dal chirurgo in rapporto al tipo di intervento, alla caratteristiche soggettive del paziente ed ai risultati che si vogliono raggiungere. La protesi può essere posizionata sopra lo zigomo, attraverso la bocca o la palpebra inferiore (durante un intervento di blefaroplastica), oppure in sede pre-temporale, nel corso di un lifting temporale.
PRIMA DI INTERVENIRE
L’idoneità all’intervento di malaroplastica viene stabilita dal responso delle indagini ematochimiche, prescritte per convalidare il buono stato di salute generale del paziente. Come per tutti gli interventi chirurgici, anche questo può prevedere un minimo di imprevedibilità e di rischio: è necessario che il paziente venga adeguatamente informato al riguardo e questo prima che sottoscrivi il consenso informato, obbligatorio per tutti gli interventi chirurgici. Ma quale potrebbe essere la complicanza a seguito dell’inserimento di una protesi facciale? Si può ad esempio profilare una lieve dislocazione dell’impianto (creando una visibile asimmetria) oppure, anche se raramente, è possibile lo sviluppo di un’infezione locale. In entrambi i casi si dovrà necessariamente rimuovere e riposizionare la protesi.
UN INSERIMENTO DA COMBINARE
La malaroplastica richiede uno studio preliminare del viso, necessario per valutare che le aspettative del paziente non solo siano realistiche, ma che possano essere realizzate appieno con questo tipo di intervento. In sede pre operatoria viene inoltre valutato il tipo, la forma e la dimensione della protesi cui far ricorso. L’inserimento dell’impianto può avvenire con un intervento a sé stante, ma anche rientrare in un intervento combinato di profiloplastica, eseguito cioè in concomitanza con un intervento di rinoplastica, blefaroplastica o lifting temporale.
ACCENTUARE L’ARCATA SOPRACCIGLIARE
Se l’arcata sopraccigliare risulta troppo marcata, si può provvedere ad una sua riduzione ossea, ma se invece appare poco pronunciata, ecco che si può intervenire con l’inserimento di una mini-protesi. L’impianto viene collocato attraverso una piccola incisione praticata nella zona temporale. Al termine, viene applicata una fasciatura “a turbante” da tenere per qualche giorno, mentre la rimozione dei punti avviene in dodicesima giornata.
RIMODELLARE LO ZIGOMO
L’impianto di una protesi zigomatica può avvenire attraverso un’incisione praticata sul bordo della palpebra inferiore o all’interno della bocca. Se l’intervento avviene in concomitanza con una blefaroplastica od un lifting facciale, vengono ovviamente sfruttate le vie di approccio offerte da questi interventi. La protesi trova collocazione in una sorta di tasca appositamente creata. Per evitare dislocazioni nell’immediato post operatorio, vengono riaccostati i margini dell’incisione, utilizzando punti riassorbibili.
RINCORRERE IL MENTO
Se il mento è sfuggente c’è bisogno di riprenderlo, almeno per quanto riguarda la linea. Il ricorso ad una protesi mentoniera servirà in questo caso ad armonizzare i profili del viso ed a creare un’armonia d’insieme con il resto dei parametri facciali (spesso si ricorre ad una profiloplastica combinata, in modo da rimodellare contemporaneamente – e con le giuste proporzioni – naso, bocca e mento). L’impianto viene collocato – attraverso un’incisione endo-orale – in una tasca creata all’interno della bocca. L’incisione viene quindi suturata con punti riassorbibili, dopo di che si procede ad una piccola medicazione in modo da evitare spostamenti – seppur lievi – della protesi nell’immediato post operatorio.
LA FASE DI GUARIGIONE
L’inserimento di una protesi facciale richiede tempi chirurgici che vanno dai 20 ai 40 minuti. La presenza dell’impianto, nell’immediato post operatorio, non provoca affatto dolore quanto piuttosto un lieve fastidio, ben controllato dalla terapia farmacologica. E’ normale inoltre notare un leggero edema, destinato a riassorbirsi spontaneamente nell’arco di pochi giorni. La presenza della protesi non interferirà alcunché con il gioco mimico, anche se nei primissimi giorni comporterà una diminuzione della capacità di movimento di bocca e zigomi.
NON SOLO PROTESI
Solitamente per la malaroplastica si ricorre all’inserimento di una piccola protesi di silicone, ma in alcuni casi si può raggiungere uguale risultato attraverso una tecnica alternativa, sebbene leggermente più complessa ed invasiva: ricorrendo cioè ad una osteotomia (frattura) e ad un adeguato posizionamento del segmento osseo (a tale metodica si può ad esempio ricorrere per il rimodellamento della mandibola). C’è da far presente comunque che a quest’ultima tecnica è preferibile in ogni caso l’inserimento dell’impianto, almeno per la sua reversibilità: se per qualche motivo i risultati non dovessero soddisfare o con il tempo si dovesse cambiare idea, si potrà far sempre marcia indietro, rimuovendo semplicemente la protesi.
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