Via quelle macchie gialle dagli occhi

Sono gli xantelasmi, papule di grasso che compaiono sulle palpebre in età matura in seguito ad un accumulo di colesterolo. Sono del tutto innocui, ma vederli può disturbare l’estetica dell’occhio. Per eliminarli c’é ora il tocco gentile del laser co2 pulsato.

Una mattina, guardandosi allo specchio, può capitare di notare una piccola macchia di color giallo camoscio sulla palpebra. All’inizio possiamo non dare troppa importanza alla cosa ma poi la preoccupazione si fa strada man mano che la chiazza aumenta di spessore e accanto ad essa se ne formano altre di più o meno uguali dimensioni. A questo punto c’é o non c’é da preoccuparsi? Dal punto di vista della salute non più di tanto: queste macchie – che in genere compaiono dopo i quarant’anni – non sono altro che depositi di colesterolo e costituiscono la spia di un’alterazione del metabolismo lipidico. Se notate la loro comparsa non dovete far altro che rivolgervi al vostro medico per farvi prescrivere un’indagine clinica mirata. Dal punto di vista estetico, invece, queste papule possono essere fastidiose, specie se presenti in gran numero e bilateralmente. Per cancellarle, oggi si ricorre al nuovo laser ad anidride carbonica pulsato, efficace per dissolvere molti inestetismi della pelle, dalle macchie cutanee in genere alle piccole cicatrici. “questo strumento – spiegano gli specialisti del medical laser di padova – é estremamente preciso e non sottopone la pelle a rischi di danni termici, a patto però che venga utilizzato da mani esperte: basta solo una frazione di grado in più rispetto alla normale procedura per procurare danni cutanei anche irreversibili.”

Come riconoscere gli xantelasmi

Per farlo basta un semplice specchio. Osservate la superficie palpebrale (ma anche l’angolo naso-labiale), alla ricerca di piccole macchie gialle. Gli xantelasmi hanno una forma rotondeggiante o allungata; possono essere contigui o manifestarsi a placche, piane o lievemente rilevate. Hanno una consistenza morbida (sono costituiti per circa il 90% da acqua) e le loro dimensioni possono variare da pochi millimetri a diversi centimentri, arrivando a coprire addirittura in alcuni casi l’intera palpebra. Le papule possono interessare uno o entrambi gli occhi (in genere l’angolo interno delle palpebre superiori) e raramente compaiono prima dei quarant’anni.

Un “piatto giallo”

Xantelasma deriva dal greco xantòs (giallo) e elàsma (piatto), un termine coniato un secolo fa dal dermtologo inglese william james erasmus wilson per indicare quelle papule, placche o noduli di colore giallo che compaiono sulla cute. La forma più comune di xantelasma é lo xantelasma palpebrarum che, come suggerisce il nome, interessa la zona delle palpebre.

Xantelasmi: Tutta colpa del colesterolo

A che cosa sono dovute queste lesioni giallognole così tanto frequenti? L’abbiamo spiegato prima, ad una fuga del colesterolo (giallo, come tutti i grassi) dai vasi e suo accumulo nel derma superficiale della palpebra. Se il deposito di colesterolo sulle pareti delle arterie può ostruire la circolazione con conseguenze anche gravi (come l’infarto), a livello degli occhi non si verifica nessuna temibile conseguenza. Ma come mai sono proprio le palpebre ad essere le più colpite? Probabilmente perché qui la pelle é più sottile tanto da favorire la fuoriuscita dei lipidi, fuoriuscita resa ancor più facilitata dalla permeabilità vascolare tipica in casi di infiammazioni di natura irritativa o allergica.

Xantelasmi: Come si procede con il laser

Gli xantelasmi possono essere rimossi con varie terapie: dalle tinture con l’acido tricloroacetico all’intervento chirurgico tradizionale, dalla crioterapia con azoto liquido all’ablazione con l’elettrobisturi. “si tratta – spiegano al medical laser di padova – di soluzioni a volte incerte che danno luogo a facili recidive. La terapia elettiva per gli xantelasmi é senza dubbio il laser ad anidride carbonica pulsato: é sufficiente un breve impulso a far evaporare definitivamente la papula senza lasciare cicatrici indesiderate.” Lo strumento emette infatti ad intervalli regolari, calcolabili in millesimi di secondo, un sottile raggio di luce a diffusione circolare che agisce solo a livello del derma superficiale, senza compromettere quindi lo strato profondo della pelle. Ma c’é di più: grazie ad un sistema computerizzato, é possibile ottenere una combinazione ideale tra potenza del raggio laser, profondità d’azione e tempi di esecuzione: il risultato é che lo xantelasma viene dissolto in maniera talmente fulminea da non permettere ai liquidi contenuti nei tessuti circostanti di raggiungere temperature elevate. Il trattamento laser, se applicato da mani esperte, é pertanto sicuro ed in grado di evitare quei  processi di macerazione o di danni termici possibili con altri tipi di terapie.

Pochi secondi e senza il minimo dolore

Il trattamento con il laser co2 pulsato viene preceduto dall’applicazione di una crema anestetica. Il laser é conformato in modo che il suo fascio di raggi paralleli  venga diretto dal medico nel punto stabilito, senza intaccare i tessuti circostanti. Questa caratteristica permette il non verificarsi di gonfiori od infiammazioni dovuti magari all’ipertermia (calore eccessivo). La fase di guarigione (riepitelizzazione) si svolge quindi spontaneamente ed in tempi ristretti: pochi giorni e dell’intervento non rimarrà alcuna traccia visibile. L’asportazione degli xantelasmi per mezzo del laser non provoca inoltre sanguinamento, grazie all’effetto fotocoaugulante di questo vantaggiosissimo strumento, impiegato sempre più assiduamente negli interventi di dermochirurgia. Al termine della seduta, viene stesa sulla parte interessata una crema antibiotica ed antinfiammatoria; la cute avrà per qualche giorno un aspetto roseo e sensibile ma presto ritornerà ad avere il suo normale colorito, uniforme e senza inestetismi di superficie.

Attenzione pero’ al tipo di pelle

Non tutte le pelli sono adatte a sopportare la luce, seppur delicata, del laser. Le più sensibili possono macchiarsi a causa di un’eccessiva stimolazione dei melanociti oppure andare incontro a difficoltà di cicatrizzazione. Per queste ragioni, prima del trattamento laser, la cute del viso viene sottoposta ad un attento check-up. “particolare attenzione – spiegano inoltre al medical laser – deve essere prestata nel caso di pelli scure sulle quali

Il laser – se non applicato superficialmente – può causare ipocromie (chiazze di diverso colore).

Il mio sguardo sembra ringiovanito

“ho sempre dato importanza alla bellezza degli occhi. I mei sono sempre stati vivaci e particolarmente espressivi. Quando ho notato le prime palline di grasso sulle palpebre mi sono rattristata perché non volevo apparire più vecchia della mia età. Mi sono così rivolta ad un chirurgo estetico che nel giro di pochi attimi mi ha restituito uno sguardo più allegerito. Per i primi giorni ho nascosto le tracce dell’intervento con un paio di occhiali scuri, cercando di evitare di esporre il viso al sole per non ostacolare la guarigione. Dopo una settimana, le mie palpebre stavano già acquisendo un aspetto normale e ora a distanza di due mesi i miei occhi sono ritornati al loro originale splendore.

Gabriella, 46 anni