Il tuo bambino soffre molto per il disagio di avere le orecchie a sventola? L’unico aiuto in questo caso viene dalla chirurgia: basta un intervento di otoplastica laser, un rimodellamento sicuro e dai risultati entusiasmanti. Anche in tenera età.
I difetti del volto e ,in generale, del capo, sono quelli vissuti in maniera peggiore dal punto di vista psicologico. Ce li portiamo “scritti in faccia” e ci sentiamo marcati, tanto più che, soprattutto da piccoli, vengono coniati crudeli nomignoli che identificano la persona con il suo difetto. Il problema delle orecchie a sventola o asimmetriche, grandi, mal rifinite, sproporzionate, ad esempio, non è un danno funzionale per l’organismo, ma può creare un atteggiamento psicologico di insufficienza che incide pesantemente sullo sviluppo dell’individuo.

C’è chi vive serenamente anche con le orecchie a ventola sfoggiandole con disinvoltura o magari nascondendole astutamente facendosi crescere i capelli. E c’è chi, al contrario, ne fa una vera e propria mania. Per queste ultime persone (e, in generale, per chi sogna orecchie più belle), il consiglio è di affidarsi alla chirurgia estetica, tanto più ora che c’è la nuova tecnica di auricoscutura laser, studiata per un rimodellamento dall’effetto più naturale.
“L’otoplastica – riferisce il dottor Carlo Alberto Pallaoro, specialista in chirurgia plastica a Padova – si realizza adesso in day surgery, consentendo il ritorno alle mura domestiche poche ore dopo l’operazione. Un vantaggio per il paziente, soprattutto se in tenera età, che non dovrà sopportare il peso di una degenza fuori casa”.

OTOPLASTICA LASER: ANCHE PER UN BAMBINO

La correzione chirurgica delle orecchie, che fino a qualche anno fa richiedeva il ricovero ospedaliero ed una lunga convalescenza, é diventata ora una procedura mini-invasiva e di rapida realizzazione. “E’ possibile intervenire già dai 5-6 anni – riferisce il dottor Carlo Alberto Pallaoro – infatti, lo sviluppo fisiologico del padiglione auricolare già alla nascita ha raggiunto circa il 70% della sua lunghezza e il 76% della sua larghezza, continuando a crescere fino all’età di otto anni”. Successivamente, tra gli otto e i diciotto anni, cresce ancora pochi millimetri (circa 2,1 nella donna e 7,1 nell’uomo). Quindi, anche intervenendo precocemente, non vi è un importante deficit della crescita. “Anzi – continua il dottor Pallaoro – in questo caso si possono prevenire quei comprensibili complessi legati ad un inestetismo che invita facilmente a scherzi e freddure”. Sulla questione sono concordi anche gli psicologi: meglio intervenire in età pre-scolare non solo per migliorare l’estetica, ma anche pere non incrinare l’immagine di sé.
I risultati di un’otoplastica risultano ancor più apprezzabili dall’assenza di cicatrici visibili: essendo posizionate sulla piega retroauricolare non sono assolutamente visibili.

COME SI SVOLGE L’INTERVENTO

La correzione chirurgica può riguardare inoltre una vistosa asimmetria oppure la ricostruzione dell’antelice, il margine ripiegato dell’orecchio, inesistente nel 70% dei casi di orecchie “a sventola”.

L’otoplastica laser viene praticata in anestesia locale accompagnata da sedazione e non richiede ricovero. L’intervento si avvale del laser pulsato ad anidride carbonica, uno strumento innovativo che consente di praticare incisioni precise e talmente sottili da non lasciare esiti cicatriziali evidenti (tra l’altro in un punto così nascosto alla vista come la parte posteriore dell’orecchio). “Per il rimodellamento della cartilagine, sia nella forma che nelle dimensioni – commenta il dottor Pallaoro – si incide il solco retroauricolare, asportando eventualmente una sezione di cute. Se é necessaria la ricostruzione dell’antelice, si ripiega inoltre la cartilagine con alcuni punti di sutura. La procedura richiede una ventina di minuti per orecchio e la medicazione consiste nell’applicazione di un cerotto chirurgico e di un bendaggio elastico, utile per comprimere per i primi giorni i padiglioni auricolari”.

E PER LE MAMME… PROBLEMA LOBI TAGLIATI

A volte a causa dell’uso continuato di orecchini troppo pesanti o per piccoli incidenti, i lobi si fessurano e i buchi si allungano o, peggio, si tagliano a metà. In questi casi la soluzione chirurgica è l’unico rimedio. Il chirurgo asporta la cicatrice formata in seguito al taglio e fa combaciare i tessuti sani in modo che possano ricongiungersi e suturarsi. La medicazione nei 5 giorni successivi consiste in un unico cerottino. Le cicatrici saranno trascurabili dal punto di vista estetico.

LA FUNZIONE DELLE PIEGHE DELL’ORECCHIO

Anche la parte esterna dell’orecchio ha una precisa utilità nell’azione del sentire. Infatti, il padiglione e i lobi contribuiscono a localizzare il suono e le onde sonore rimbalzano secondo un preciso ordine sulle pieghe della cartilagine auricolare per giungere al cervello che le codifica. Il cervello ha anche la funzione di percepire gli effetti sonori e la provenienza del suono a seconda che gli impulsi vengano convogliati dal padiglione destro o sinistro. Non tutte le pieghe dell’orecchio, però sono funzionali all’ascolto, perciò la chirurgia ricostruttiva non modifica l’udito.

NEI PRIMI GIORNI POST CHIRURGIA

  • Evitare l’esposizione solare (per almeno i primi 20 giorni)
  • Non indossare magliette o capi che si infilino dalla testa
  • Non praticare sport o attività che possano esporre le orecchie a traumi
  • Se si fa uso di occhiali, indossarli per periodi limitati durante la giornata