Un volume eccessivo del seno (iperplasia o gigantomastia) non costituisce solo un problema estetico, ma molto spesso comporta per la donna interessata disagi psicologici e fastidiosi disturbi (vizi di postura, dolori alla schiena e alle articolaioni, scoliosi). Per un recupero estetico, psicologico e funzionale si ricorre in questo caso alla mastoplastica riduttiva, intervento consigliato anche prima dei 18 anni e non inibitore della capacità di un futuro allattamento (che, ad ogni modo, si riduce in proporzione alla ghiandola rimossa).
La riduzione del seno avviene dopo aver praticato tre sottili incisioni (attorno all’areola, dall’areola al solco sottomammario e lungo il solco sottomammario) ed aver asportato la cute e l’eventuale grasso in eccesso nonché parte della ghiandola mammaria, in quantità tali da ottenere un’apprezzabile proporzione.
Il seno viene quindi rimodellato in modo che il risultato risulti in armonia con la silhouette globale della paziente e l’areola viene conseguentemente riposizionata in virtù delle nuove dimensioni.
Come comportarsi dopo l’intervento di mastopexia
Nei primi giorni che seguono l’intervento occorre evitare di esporre il seno a traumi (anche piccoli) in modo da non intralciare il processo di guarigione. Si dovranno evitare ampi movimenti delle braccia e le attività pesanti come portare pesi o praticare lo sport (via libera dopo 3/4 settimane dall’ intervento). Dopo la rimozione dei punti (in dodicesima giornata) si potrà iniziare un ciclo di linfodrenaggio manuale e la terapia laser in modo da accelerare il riassorbimento dell’edema (gonfiore) e delle ecchimosi.
L’uso per un paio di mesi (solo di giorno) di uno specifico reggiseno contenitivo aiuterà al riassestamento dei tessuti.
Approfondimento: www.mastopessi.com