mastoplastica riduttiva, una scelta complessaIl seno prosperoso è una caratteristica frequentemente desiderata dalle donne. Nell’immaginario maschile il seno prorompente è segno di grande femminilità e sensualità. A volte però l’eccessiva dimensione può comportare problemi funzionali ed estetici. Ecco che la mastoplastica riduttiva modella il seno diminuendo il volume.

Il seno cadente della mastoplastica riduttiva

Non avendo rilevanti strutture di sostegno (è infatti sostenuto prevalentemente dalla cute e solo parzialmente da un unico muscolo), il seno è tra le prime parti del corpo a subire un rilassamento (complice anche i dimagramenti, la gravidanza, la fotoesposizione) risultando vuoto, cadente e con pelle in eccesso. L’obiettivo è di riportare le giuste proporzioni sia al contenitore (pelle, in questo caso troppo grande) sia al contenuto (ghiandola). L’intervento avviene spostando verso l’alto il complesso areola-capezzolo-ghiandola. Per il rimodellamento del seno si utilizza la cute al di sopra e attorno al capezzolo e si asporta quella in eccesso, terminando con una sua ridistensione e suturando con punti interni riassorbibili nel tempo.

La mastoplastica riduttiva lascia una cicatrice a forma di “T” rovesciata (circolare, attorno all’areola; verticale, dall’areola al solco sottomammario; orizzontale, lungo il solco sottomammario), trattabile a 2 mesi dall’intervento con la mosaic surgery.

Se il seno, oltre ad essere rilassato, presenta anche un volume in eccesso o in difetto, il rassodamento chirurgico può avvenire contemporaneamente alla mastoplastica additiva o riduttiva.
Da tenere a mente ad ogni modo che una volta risollevata la ghiandola, il seno riacquisterà comunque più pienezza e plasticità, apparendo di conseguenza più voluminoso di prima.

GRADO DI PTOSI MAMMARIA

Un seno ptosico risulta come se avesse perduto parte del suo contenuto: appare svuotato, allungato e, in alcuni casi, addirittura cascante. Il rilassamento può interessare prevalentemente la cute (ptosi cutanea) o la ghiandola (ptosi ghiandolare), anche se nella maggior parte dei casi coinvolge entrambe le strutture (ptosi muscolo-cutanea).

Ecco i tre gradi di ptosi mammaria:

  • Lieve: distanza tra solco sottomammario e parte finale del seno di 1 o 2 centimetri
  • Media: distanza tra solco sottomammario e parte finale del seno tra 2 e 4 centimetri
  • Elevata: distanza tra solco sottomammario e parte finale del seno oltre 4 centimetri.